In data 13 maggio 2020 il Governo ha reso noto la bozza del “Decreto Rilancio”, che contiene le disposizioni in materia di regolarizzazione dei cittadini extracomunitari presenti illegalmente sul territorio dello stato. Il decreto non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e, pertanto, non ha ancora forza di legge.
Contrariamente alle attese il decreto prevede delle forti limitazioni alla regolarizzazione dei cittadini clandestini.
Qui di seguito una breve sintesi del testo della sanatoria.
- Lavoratori stranieri che possono essere regolarizzati: colf, badanti e personale impiegato nell’agricoltura, allevamento, pesca e attività similari e connesse
- Datori di lavoro che possono richiedere la regolarizzazione: cittadini italiani, cittadini con passaporto dell’unione europea e cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno EU per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno)
- Stranieri che possono essere regolarizzati: solo coloro che – prima della data dell’8 marzo 2020 – sono: a) stati sottoposti a fotosegnalamento in questura ma non espulsi (in pratica i profughi arrivati via mare in Italia e i richiedenti asilo politico), b) hanno fatto regolare ingresso in Italia ed hanno un timbro di ingresso sul passaporto rilasciato dalle autorità di frontiera aeroportuali italiane; c) sono entrati in Italia da altro Paese Schengen, con valido visto di ingresso e hanno presentato alla Questura la dichiarazione di presenza entro 8 giorni dall’arrivo; d) alla data del 31 agosto 2019 erano titolari di un permesso di soggiorno, scaduto e mai Non possono essere comunque regolarizzati i cittadini stranieri che hanno ricevuto un’espulsione o una condanna penale per determinati reati.
- Effetti della domanda di sanatoria: la domanda di sanatoria prevede che il datore di lavoro denunci di aver impiegato alle proprie dipendenze un cittadino clandestino (attività per la quale sono normalmente previste delle sanzioni penali e amministrative). La presentazione della domanda sospende (ma non cancella) i procedimenti penali e amministrativi derivanti dall’aver impiegato dei lavoratori clandestini, con l’effetto che se la domanda di sanatoria dovesse essere respinta, il datore di lavoro verrebbe sottoposto a procedimento penale e alle sanzioni amministrative previste dalla legge.
- Quando si può presentare la domanda di sanatoria: dal 1° giugno al 15 luglio 2020, secondo modalità che verranno rese note entro 10 giorni dalla pubblicazione del decreto
- Quanto costa presentare la domanda di sanatoria: è richiesto il pagamento di un contributo di euro 560 (€ 400 + € 160) per la procedura di immigrazione, oltre ad un ulteriore contributo forfettario a carico del datore di lavoro che verrà reso noto nei prossimi giorni
Nei prossimi giorni verranno resi noti ulteriori approfondimenti sui singoli aspetti della legge della sanatoria